Cultura

PRESENTATO "CIVILTA' DEL FIUME"

Presentato ieri nella sede del Parco del Mincio il volume "Civiltà del fiume".

“Un volume che offre uno spaccato della “civiltà del fiume”, che diviene risorsa culturale per la conoscenza delle “Terre del Mincio tra Garda e Po” e che porta le firme di autorevoli esperti e appassionati conoscitori di questi

luoghi” così Maurizio Pellizzer, presidente del Parco del Mincio descrive in sintesi lo studio che è stato presentato ella sede del Parco del Mincio, un’opera di indagine culturale a tutto tondo che racconta, dal Neolitico ad oggi - e offrendo mille spunti di riflessione - questo lembo di Lombardia e Veneto disegnato dal Mincio, che è compreso tra il Garda – il più grande lago Italiano - e il Po – il più importante fiume d’Italia. “Civiltà del fiume” è stato reso possibile dal maxi progetto europeo denominato “Terre del Mincio, waterfront dal Garda al Po” di cui l’ente Parco è capofila che ha affidato l’esecuzione al Polo di Mantova del Politecnico di Milano mettendo al lavoro un team di ricercatori e studiosi, coordinati dall’arch. Carlo Togliani. “la tradizione politecnica – commenta il prorettore Federico Bucci – si innesta sui paesaggi del Mincio in una vera e propria archeologia del sapere e questo volume raccoglie il testimone del lavoro compiuti da insigni ingegneri idraulici e lo porta sui terreni dell’architettura e della valorizzazione dei Beni culturali, dove cioè sviluppiamo la nostra missione formativa”. Nel volume, edito da Franco Angeli Editore, il territorio del Mincio viene indagato – spingendosi talvolta oltre i confini giuridici del Parco – sottoponendolo a un’indagine articolata e multidisciplinare. I saggi, tutti specialistici, affrontano temi diversi con il comune obiettivo di leggere la stratificazione dell’intervento umano su un’area che ha vissuto per secoli in stretta simbiosi col fiume. Claudia Bonora Previdi (Politecnico di Milano) racconta come il fiume sia stato una preziosa linea militare, lungo la quale si sono attestati torri, castelli e forti facendo di Mantova e del Mantovano un territorio straordinariamente presidiato e da ultimo un caposaldo del celebre Quadrilatero. Alberto Crosato, archeologo, in un viaggio a ritroso nel tempo, documenta l’insediamento dell’uomo dalla Preistoria all’Alto Medioevo. Eugenio Camerlenghi (Accademia Nazionale Virgiliana di Scienze, Lettere e Arti di Mantova) descrive il rapporto esistente fra caratteristiche dei suoli, geografia del territorio e pratica agricola, evidenziando i reciproci condizionamenti, le trasformazioni e la diversa natura dei paesaggi agrari del bacino del Mincio. Alberto Grandi (Università degli Studi di Parma) ricostruisce, per il Medioevo e l’Età Moderna, l’economia delle comunità attestate sull’acqua. Fernanda Incoronato (Politecnico di Milano) indaga gli stretti rapporti fra la geografia del territorio e le architetture che di queste comunità sono state il simbolo più intimo e sentito: gli edifici di culto. Laura Pierantoni (Politecnico di Milano), secondo le strategia del cultural planning, analizza le potenzialità di un territorio anche in previsione dell’ormai prossima Expo 2015. Sara Protasoni (Politecnico di Milano) conduce un’operazione analoga, concentrandosi sui giardini, da quelli architettonici, a quelli “inglesi”, approdando al Bosco della Fontana, prezioso residuo dell’antica foresta planiziale. Carlo Togliani (Politecnico di Milano) espone la straordinaria complessità idraulica del territorio, costruita dall’uomo, ed oggi, dopo secoli, al culmine della sua articolata evoluzione. Il tutto è raccontato anche con le immagini, grazie agli scatti di un maestro della fotografia di architettura: Marco Introini (Politecnico di Milano).

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