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ORA SI CERCA LA CARNE DOPATA

Asl e Istituto Zooprofilattico cercano la carne dopata. GUARDA IL VIDEO.

17.100 confezioni di farmaci veterinari sequestrati per un valore di 2milioni e mezzo di euro. 101 perquisizioni, 26 siti controllati di cui 14 in Lombardia, 65 persone indagate: questi i numeri dell'operazione “Muttely”, messa a segno dal corpo forestale dello stato insieme alla procura di Reggio Emilia e Mantova, che ha portato alla scoperta di un traffico di farmaci per gonfiare vitelli e maiali. Ora Asl e Istituti zooprofilattici sono al lavoro per controllare la carne.

Il centro sembra essere Pegognaga, una 20ina sui 65 indagati sono mantovani. I reati contestati sono: associazione a delinquere, commercio e somministrazione di medicinali guasti, adulterazione o contraffazione di sostanze alimentari, esercizio abusivo della professione medico-veterinaria e di farmacista, ricettazione, falsità di registri e notificazioni, violazioni della normativa finanziaria e tributaria, e maltrattamento di animali. Il commercio di farmaci avveniva soprattutto in Lombardia, ma anche Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna. Molte le province coinvolte, oltre a Mantova e Reggio Emilia, anche Brescia, Sondrio, Torino, Cuneo, Padova e Rovigo. Accertamenti stanno proseguendo anche in due stati esteri: Principato di Monaco e Romania. Coinvolti nei traffici 23 grossisti, 12 responsabili di attività commerciali zootecniche, 2 farmacisti, 12 veterinari e 6 privati che facevano da intermediari oltre ovviamente agli allevamenti. Se una decina sono quelli coinvolti nell'indagine, 180 potrebbero essere quelli che hanno utilizzato queste sostanze. Per i macelli risultava molto difficile capire la situazione degli animali che arrivavano, perché dai registri non risultava nulla di irregolare. I farmaci, in alcuni casi scaduti o mal conservati venivano somministrati agli animali, o per doparli, e quindi avere una resa migliore, o per curare quelli cagionevoli, che non sarebbero stati adatti alla macellazioni e quindi con una perdita di guadagno da parte dell'allevatore.Indagini ancora in corso quindi, per scoprire dove sia finita la carne di questi animali, intanto, aver fermato questa vendita e traffico di farmaci rappresenta una sicurezza per la salute alimentare dei consumatori, che avrebbero potuto ingerire attraverso la carne o il latte i residui di questi prodotti.

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