DAL PARLAMENTO PER IL LAVORO

Il lavoro, la discriminazione, le politiche industriali. Se n'è parlato ieri alla Burgo.

"Il nostro obbiettivo era rimanere qui fino alla riapertura della fabbrica, non so se ce la faremo, per fare le battaglie serve un esercito, noi siamo decimati. La burgo era lo specchio della societa' non ci si indigna piu per nessun motivo, non si riesce più a lamentarsi di quello che succede" con queste parole Gianpaolo Franzini,

rsu Burgo, o meglio ex rsu Burgo visto che l'azienda ha chiuso e tutti i lavoratori sono in mobilità, apre l'incontro di ieri sera nella sala mensa della Cartiera. Un'incontro voluto dall'onorevole PD Giovanna Martelli, che alla Burgo ha portato un pezzo di Italia, tre parlamentari della commissione lavoro, tutte donne, una di Verona, una di Avellino e una di Torino, uno spaccato d'Italia, dove i problemi sono comuni. L'iniziativa di oggi - spiega la Martelli - nasce in un luogo di 111 anni di storia mantovana, due guerre mondiali, le lotte sindacali, la Burgo e' un pezzo della nostra storia. Ho voluto coinvolgere pezzi della nostra storia moderna, con cittadini stranieri, Carlo Berini di Sucar Drom per discutere di lavoro, di discriminazione. La Burgo prosegue la Martelli -in sè e' un simbolo della lotta per il lavoro". Presente all'incontro anche Stefano Lodi Rizzini della Ies, altra realtà mantovana arrivata al campolinea. Il mondo mantovano deve proporre idee per capire come lsi può rinascere insieme al nostro paese. Le tre deputate sono: Valentina Paris, deputato pd della Campania Chiara Gribaudo che viene dal Piemonte, anche lei in commissione lavoro e Alessia Rotta di Verona, deputata pd, un pezzo di cultura del nord est. Ed è prorio Valentina Rotta a rompere il ghiaccio, e portare un'esperienza veronese non lontana da quella della Burgo. "Noi a Verona viviamo un esperienza simile con quella che era la Mondadori, che significa una comunità una radice molto forte, legata alla terra, al fiume, che significava altre cartiere. La perdita del posto di lavoro e' la fine a cui si arriva, dopo una strada fatta di scarica barili e dove a farne le spese sono sempre i lavoratori". Per questo - spiega Rotta - non dobbiamo lasciare che le imprese facciano quello che vogliono, bisogna dare una mano anche ai sindacati per trovare un punto di incontro. Uno degli aspetti più importate in Italia per aiutare le aziende e' la diminuzione del costo dell'energia. Dall'altra vede come possibile passo avanti una partecipazione all'impresa da parte di lavoratori, una strada ancora non intrapresa dall'Italia. La Rotta tocca anche il tema  ammortizzatori sociali "non devono essere solo la cassa in deroga - dice la Rotta - c'è da chiedersi se dopo sette anni una cassa in deroga ha senso? Era cosi che si dovevano supportare i lavoratori? A seguire l'intervento di Valentina Paris, di Avellino, nata nell''81 dopo il terremoto dell Irpinia, spiega come la sua generazione sia figlia del precariato, di una generazione che non pensa di fare per tutta la vita lo stesso lavoro, di una generazione che le lotte operaie le ha sentite raccontare dai nonni, senza però entrare in quella mentalità. "Stiamo lavorando per una flessibilità sul lavoro - dice la Paris - una flessibitò in uscita, ma anche in entrata". La sua era una provincia agricola, poi arriva la Fiat, e decide di produrre autobus, poi dopo una serie di promesse ed investimenti, la fabbrica chiude, gli operai iniziano lo sciopero, 120 giorni di sciopero, davanti allo stabilimento e ci hanno ricordato a chi non lo aveva mai capito fino in fondo, come si preserva il posto di lavoro. "Non possiamo chiudere - dicevano gli operai - los tabilimento è stato appena ristrutturato con fondi statali, ha delle commesse e non può chiudere" e poi ci si è trovati davanti ad una grande solitudine di questi lavoratori, senza appoggio della comunità circostante. In contemporanea si verifica lo stesso problema a Torino con manifestazione e solidarietà di tutta una città. Allora ci si chiede come mai a Torino tutta questa solidarietà e qui nessuno li aiuta. Le manifestazioni hanno permesso che nulla fosse portato fuori dall'azienda, poi con una vertenza sociale e con i capigruppo, si è arrivati ad una mozione parlamentare che ha proposto che tutti gli stabilimenti che producevano autobus fossero riorganizzati in un unico segmento produttivo per garantire i posti di lavoro...ma non e' finita. Dopo mozione, tavoli per trovare altri acquirenti, se non c'è conferma che questa strada può essere percorsa  il fallimento sarà della politica e la nostro paese e a quei lavoratori che in questi anni hanno rappresentato il pezzo produttivo non resterà nulla. L'esperienza parlamentare deve permettere di superare il luogo comune, nel mezzogiorno il caporalato, la disoccupazione, sono problemi che non riguardano più solo il sud Italia, ma il sud Europa. Le nuove generazioni che non saranno mai a tempo indeterminato, non potranno far altro che confrontarsi con la flessibilità. Ma oggi che il nostro sistema paese che perso il 25% del sistema produttivo, il lavoratore chi è? Questo bisogna chiedersi secondo Valentina Paris, prima di fare qualsiasi altro ragionamento. Ultima tra le parlamentari ad intervenitere è la piemontese Chiara Gribaudo,  "E' importante per chi e' alla prima legislatura confrontarsi con altre realtà - ha detto la Gribaudo. Non parlerò di Torino e della Fiat, ma di una similitudine con la provincia di Torino dove a Verzuolo c'e uno stabilimento Burgo con 450 persone che nonostante la difficoltà sta ancora lavorando. La mia e' una provincia dove le cartiere facevano da padrone. Nel nostro paese negli ultimi 20 anni sono mancate le politiche industriali e spesso le cattive ammnistrazioni hanno portato ad una chiusura degli stabilimenti. "Secondo me - dice la Gribaudo - chi ha avuto degli incentivi negli anni e non li ha utilizzati nel modo corretto deve pagare, senza farlo pagare ai suoi lavoratori". E se la cattiva gestione dipende tanto dal costo dell energia, che e' superiore al 30% nel resto dell'Europa. In alcuni casi costruire una cooperativa di lavoratori, magari mettendoci il proprio TFR a disposizione, può permettersi di reinventarsi un lavoro. "Quello che deve fare la politica - dice la Gribaudo - e' stare vicino a chi fa bene il proprio lavoro. E' stato da poco votato un provvedimento importante: un disegno di legge che parla delle dimissioni in bianco, un fenomento che coinvolge oltre 2 milioni di lavoratori, soprattutto le donne. "Io penso - prosegue la Gribaudo - che quello sia un lavoro positivo. Sul costo dell energia c'è un lavoro in corso, ma quello che è certo è che non si e' investito sullo sviluppo. Bisogna rimettere al centro una nuova politica industriale. Premiare chi ha fatto determinati processi. Investire sulla scuola e sulle nuove professioni, non e' la flessibilità che ci espone allo sviluppo del paese, ma la precarietà. Essere flessibili puo essere un bene, ma non possiamo non dare delle tutele tra un passaggio da un lavoro e un altro." Gli interventi sono proseguiti con Massimiliano Montagnigni, membro della commissione lavoro pd della Provincia di Mantova. Che ha fatto un quadro sulla situazione mantovana, dal basso all'alto mantovano lo scenario è sempre lo stesso, aziende che chiudono e nessun futuro per i giovani che si devono strasferire qualche esempio la Reni a Castiglione delle Stiviere,  la Levante, un calzificio, 270 persone che saranno lasciate a casa, la Pompea, che delocalizza all'estero. I giovani sono in grossa difficoltà, provano nelle grandi città o all'estero, ma non sempre va bene. La cassa integrazione e la disoccupazione sono situazioni che non permettono agli uomini di svilupparsi, di creare una famiglia, senza poi pensare alle persone di 40-50 anni che non riescono più a reinserirsi nel mondo del lavoro. Un occhio di riguardo dovrebbe andare alle persone altamente qualificate,  quelle che studiano per formarsi e che poi si sentorno dire di non avere esperienza, quelle che se sono troppo giovani non vanno bene, ma in attimo diventano troppo vecchie e neanche per loro c'è più posto.  I giovani oggi sono in un limbo, senza sapere che strada prendere, senza sapere come sarà il domani. Al termine degli interventi si è aperto il dibattito, molte persone presenti hanno portato la loro esperienza e si sono confrontate.

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