IN 4MILA PER STENO MARCEGAGLIA

In 4mila per dire addio a Steno Marcegaglia. Gazoldo e l'Italia si stringono alla famiglia del re dell'acciaio. GUARDA IL VIDEO.

È un paese in lutto Gazoldo, ma forze, anzi sicuramente lo è un po' tutta l'Italia, oggi a stringersi in un abbraccio sincero e commosso alla famiglia Marcegaglia, per la scomparsa del Cavalier Steno, c'erano 4mila persone.

L'altare, allestito nel piazzale davanti all'azienda nel quartier generale di Gazoldo, sullo sfondo la gigantografia di Steno Marcegaglia, realizzata in occasione del 50° ed ora, davanti alla sua azienda, la sua bara, per l'estremo saluto. Sono arrivati da tutte le parti d'Italia, Pierluigi Ceccardi, ex presidente nazionale Federmeccanica, Antonello Montante, presidente di Confindustria Sicilia, Giorgio Squinzi, presidente nazionale Confindustria e Pier Ferdinando Casini, tutti per salutare per l'ultima volta un grande uomo, il re dell'acciaio, come in molti amano definirlo. Anche il paese è deserto, sono tutti lì, nel piazzale, saracinesche dei negozi abbassate per lutto cittadino, la sua Gazoldo che tanto amava e non aveva mai voluto lasciare lo ha salutato così. Persone affacciate alle finestre che seguono con gli occhi lucidi il corteo funebre verso il cimitero, un serpentone di 4mila persone che lo accompagna fino alla tomba di famiglia. Alla cerimonia tutte le massime autorità cittadine, Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, vigili del fuoco, prefetto i sindaci di tutta la provincia di Mantova, ma anche tante persone venute da fuori, fornitori, colleghi, concorrenti che hanno voluto testimoniargli il loro affetto. Le rose bianche semplici, come era lui, a fare da contorno. Due maxischermi per permettere a tutti di assistere alla cerimonia. Il vescovo di Mantova Mons. Roberto Busti che ha celebrato la funzione, con lui tra gli altri parroci anche Don Mazzi. Dopo il saluto commosso dei familiari, e gli abbracci alle tante persone intervenute un filmato dove Steno Marcegaglia si racconta, dove mette i puntini su quello che si deve fare per diventare, papa, duce o re come diceva lui: “La fortuna è fondamentale ma da sola non basta, ci vuole ambizione, voler essere delle locomotive e non dei semplici vagoni, salute, intelligenza, voglia di lavorare, bisogna coinvolgere i collaboratori dell'azienda perchè non sia solo una macchina da soldi per il proprietario, ma qualcosa che appartiene alla società. E poi sperare in bene. E' con questo insegnamento che Gazoldo, l'Italia e tutti quelli che hanno avuto il piacere e la fortuna di conoscerlo lo salutano, facendo tesoro delle sue parole, e con la certezza, amara, che anche se si potrà andare avanti nei suoi insegnamenti, qualcosa è cambiato e nulla sarà più lo stesso.

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