'NDRANGHETA MAXI OPERAZIONE ANCHE NEL MANTOVANO

Maxi retata anti 'ndrangheta in tutta Italia: fermato Muto. Indagato Sodano.

Oltre 160 arresti distribuiti tra Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto, Calabria e Sicilia. E' la maxi operazione condotta dalla Dda di Bologna e Brescia che si è conclusa questa mattina. Una 50ina le persone arrestate in Lombardia, con indagati anche a Mantova e provincia. Il sindaco del capoluogo,

Nicola Sodano è tra gli indagati con l'accusa di corruzione, sequestrati gli atti del piano di Lagocastello,  fermato invece il costruttore Antonio Muto. Nove i fermi in terra virgiliana che coinvolgono anche l'interland: BorgoVirgilio e Curtatone. 117 le persone arrestate in Emilia Romagna. Tutti gli arrestati sarebbero responsabili a vario titolo di associazione di tipo mafioso, estorsione, usura, porto e detenzione illegali di armi da fuoco, intestazione fittizia di beni, riciclaggio. Al centro dell'inchiesta il clan dei Grande Aracri di Cutro (Crotone), una presenza ben radicata nel territorio emiliano e dove gli esponenti della criminalità organizzata sono a capo di ditte del settore dell'edilizia, alcuni dei quali titolari di appalti milionari nella ricostruzione post terremoto del 2012. Un'indagine che non ha risparmiato la nostra città e che ha visto il nome del sindaco di Mantova Nicola Sodano iscritto nel registro degli indagati. I pm di Brescia parlano di "un'infiltrazione di una cosca di ‘ndrangheta nel tessuto economico di Mantova e Cremona e negli apparati istituzionali del comune di Mantova". Coinvolti amministratori pubblici, politici, imprenditori, giornalisti: tutti legati agli appalti per la ricostruzione post terremoto del 2012. Tra questi nomi eccellenti, come il costruttore Augusto Bianchini, Giuseppe Iaquinta padre del calciatore della nazionale Vincenzo, il consigliere comunale di Reggio Emilia Giuseppe Pagliani, il giornalista televisivo Marco Gibertini. Tutti sarebbero collegati alla cosca cutrese dei Grande Aracri, stabilmente radicata a Brescello, e che vede a capo il boss Nicolino Grande Aracri. 

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IL COMUNICATO DELLA DIREZIONE DISTRETTUALE ANTIMAFIA DI BRESCIA

Operazione “PESCI”. Esecuzione di un provvedimento di fermo emesso dal P.M. nei confronti di 9 soggetti legati alla criminalità organizzata calabrese. Dalle prime luci dell’alba, nella provincia di Mantova ed in quelle di Reggio Emilia, Parma, Verona, Catanzaro e Roma, è in corso l’esecuzione di 9 provvedimenti di fermo in ordine a plurimi episodi di estorsione aggravata dal metodo e dalla finalità mafiosa, disposti dalla D.D.A. della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Brescia, nell’ambito dell’attività di indagine denominata PESCI, che ha ad oggetto l’infiltrazione di una cosca di ‘ndrangheta nel tessuto economico di Mantova e Cremona e negli apparati istituzionali del comune di Mantova. L’indagine ha una portata più ampia e concerne, in particolare, i reati di associazione mafiosa, estorsione e corruzione, anche in atti giudiziari, posti in essere da soggetti residenti in varie zone del territorio nazionale. Le indagini sono state condotte dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Mantova, che sono attualmente impegnati nell’esecuzione dei provvedimenti restrittivi e delle numerose perquisizioni disposta da questa A.G.. L’attività di indagine è collegata con analoghe attività svolte dalle DDA della Procure di Bologna e Catanzaro ed è stata coordinata dal Procuratore Nazionale Antimafia. Tale collegamento ha reso necessaria l’emissione dei provvedimenti di fermo citati al fine di garantire la contestualità dell’esecuzione con l’operazione AEMILIA della DDA di Bologna e con l’analoga indagine della DDA di Catanzaro.

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